mercoledì 10 giugno 2020

STEP #24: Conclusioni

"Acqua": un termine apparentemente semplice che racchiude in sè numerosi significati. Una parola familiare anche ai più piccoli, coloro che si sentono raccontare giorno dopo giorno favole su quello che è l'elemento alla base della vita di ogni essere vivente. Molti i modi di dire popolari, i film, le serie TV, i graphic novel, le opere letterarie che vedono l'Acqua come protagonista. Ma se ci venisse chiesto "Che cos'è l'Acqua?" forse avremmo qualche dubbio.
Per rispondere a questa domanda conviene analizzare il termine da un punto di vista storico-etimologico. L'etimologia della parola acqua si ricollega probabilmente alla radice indoeuropea ak- che significa piegare.  Tale sostanza liquida, la cui molecola è formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, è in grado di piegarsi, di assumere la forma del recipiente che la contiene e dunque di adattarsi all'ambiente circostante. Nella cultura cinese l'ideogramma racchiude in sè le proprietà intrinseche di tale elemento: l'Acqua è freschezza, saggezza e comprensione

Da un punto di vista filosofico l'Acqua è l'Archè dei presocratici, la forza primigenia da cui tutto proviene e a cui tutto tornerà. È ciò che è in continuo mutamento, che sempre scorre. È l'Acqua del Paradiso di Francesco Bacone nella Nuova Atlantide, lo specchio d'Acqua in cui gettarsi dello Zibaldone di Leopardi, ciò che alimenta le vere macchine idrauliche di Jean Jacques Rousseau. L'Acqua è la madre di ognuno di noi. 

Importante è il ruolo che essa riveste nell'impiantistica civile e industriale.  Sebbene si viva in un mondo avanzato in cui l'uomo non è forse altro che un semplice ingranaggio di un apparato tecnico, sarebbe errato pensare che l'utilizzo dell'Acqua per la produzione di energia sia necessiaramente legato ad ingenti opere moderne. Si pensi alla sola energia potenziale gravitazionale dell'Acqua racchiusa in un bacino che può essere sfruttata per produrre energia elettrica a basso impatto ambientale

L'Acqua è una risorsa pulita e rinnovabile, ma non è illimitata.  È questo un aspetto che molti oggi non sembrano considerare. Sprechiamo acqua senza pensare che più di un quarto della popolazione mondiale vive in condizioni di scarsità idrica e che un giorno questo potrebbe succedere anche a noi. E ciò accadrà se non ritenteremo di stabilire l'antico equilibrio tra uomo e natura. Se non saremo noi ad arrestare la crescita demografica esponenziale, sarà la Terra a riportarci nei limiti prestabiliti.

Dobbiamo quindi riflettere sui cambiamenti che il nostro pianeta Terra sta subendo. Dobbiamo prendercene cura e per fare ciò è necessario partire dal ridurre gli sprechi d'acqua. L'acqua è nelle nostre mani e con pochi semplici abitudini è possibile ridurre inevitabilmente quelli che sono i litri che ogni italiano consuma quotidianamente. Solo così potremmo continuare ad usufruire di quella che è l'Acqua e di quelle che sono le sue mille proprietà. L'Acqua è vita. Non facciamola scorrere passiva come il tempo!

Haiku: il flusso della vita

 "Nello stagno antico

si tuffa una rana:

eco dell’acqua"

giovedì 4 giugno 2020

mercoledì 3 giugno 2020

STEP #23: una mappa concettuale

Mappa concettuale realizzata con Prezi


Una semplice mappa concettuale per interpretare e rielaborare tutte le conoscenze acquisite finora. 7 parole che vanno a costituire una mappa ciclica al fine di rievocare la natura intrinseca dell'Acqua. Questa va intesa nella sua unità: non può essere interpretata come il semplice elemento che consente la vita. Il concetto va inserito in una dimensione olistica per fare in modo di comprendere le parti che compongono un oggetto, ma soprattutto quelle che sono le relazioni che intercorrono tra le diverse parti.

STEP #22: The Power of Water

Prima puntata 


Torino - 2020
Talise è una bambina di soli 7 anni allegra e curiosa. Tutti i suoi compagni ammirano il suo carattere, ma è necessario fare attenzione. Tante volte dietro i sorrisi c'è qualche frustrazione e disagio nascosto. Ad eccezione di sua madre, nessuno lo sa. O forse qualcuno si. Lo sa una strana creatura, misteriosa che abita le acque del Mediterraneo. Così è solita descriverla Talise nella sua ingenuità infantile. Si immagina un cefalopade gigantesco dagli innumerevoli tentacoli e dalla bocca mostruosa che ha inghiottito suo padre quando lei aveva poco più di un anno. Sua madre non le ha ancora raccontato molto di lui e della vicenda. Sa solo che il motto di suo padre era: "Buttati in mare e non aver paura".
Lei è ancora troppo piccola per conoscere il potere dell'Acqua, una forza devastante che non si ferma davanti a nessun ostacolo. 

Seconda puntata


Qualcosa sta cambiando. Qualcuno si sta accorgendo del segreto che Talise nasconde nei meandri del suo cuore. Da quando la maestra di scienze ha iniziato a spiegare il ciclo dell'Acqua, qualcuno si è accorto di lei. I suoi occhi diventano lucidi, è come se il suo cuore dovesse sostenere un pesante macigno. 
A - C - Q - U - A
Talise non fa altro che scandire lettera per lettera la parola. Se per gli altri bambini questo termine è solo il protagonista di una "noiosa" lezione, per la nostra protagonista significa molto di più. La maestra parla dell'Acqua come fonte vitale, come elemento senza cui non sarebbe possibile vivere. Talise lo sa bene che non sarebbe venuta al mondo se non fosse esistito questo elemento, ma per quale motivo proprio questa sostanza, così preziosa per tutti, ha reciso il filo della vita di suo padre? Una domanda a cui non riesce a trovare risposta e una questione che non le dà pace. Ma la sua vita subisce una svolta quando le si avvicina Conway, un bambino curioso e sensibile. Suo padre è un ingegnere della SMAT, della Società Metropolitana Acque Torino, e Conway conosce bene il valore dell'Acqua. L'Ingegner Hurley, proveniente da una ricca famiglia britannica, ha sempre voluto sensibilizzare il suo unico figlio sul valore dell'Acqua. Anzi, egli ha cercato di promuoverne una vera e propria cultura. Ecco perché Conway non riesce a comprendere il motivo per cui Talise è pervasa da un sentimento di tristezza non appena sente pronunciare la parola Acqua. 

Terza puntata


Talise e Conway si avvicinano sempre di più, tanto che la bambina comincia a sentire il desiderio di condividere il suo segreto con qualcuno. Forse solo con la condivisione, il suo dolore potrà indebolirsi.
Il 22 Marzo Talise è invitata a partecipare ad una festa in casa Hurley. Suo padre ha deciso di riunire tutti i suoi colleghi per festeggiare la Giornata Mondiale dell'Acqua, per soffermarsi ancora una volta sull'importanza di avere a disposizione acqua potabile ininterrottamente. Il signor Hurley desidera fare un discorso per sensibilizzare tutti i presenti sul ruolo della sostanza più pura presente sul nostro pianeta come alleato e come difesa per la vita dell'uomo.
Sarà proprio questo discorso a cambiare la vita di Talise. Sebbene fosse indecisa se partecipare o meno, l'insistenza di Conway ha avuto la meglio. E malgrado l'insistenza tante volte venga mal interpretata, questa volta è stata salvifica per l'umore di Talise. 
Talise ha cambiato opinione, è ora maturata. Ha compreso la doppia natura dell'elemento acquatico. Da una parte l'Acqua distruttrice che taglia il filo della vita, dall'altra l'Acqua portatrice di vita. E quel vocabolo che prima pronunciava con tristezza, ora le è un po' meno amaro. Ora è affiancato da un verbo e da un sostantivo.  
L' A - C - Q - U - A   È   V - I - T - A.

Mare in tempesta

sabato 30 maggio 2020

Wami, l'acqua etica

 
Wami, la rotta verso la sostenibilità
Wami è la startup italiana fondata da Giacomo Stefanini nel 2016 al fine di garantire uguale accesso alle risorse ad ogni singolo cittadino mondiale. Il recente brand di acqua minerale si propone di dissetare  le persone di tutto il mondo senza eccezioni. 

Una startup dunque che si presenta sul mercato, dimostrando il suo forte impegno etico e sociale. Acquistando una bottiglia di Wami, realizzata al 50% con plastica rigenerata, si donano 100 litri d'acqua potabile ai paesi in via di sviluppo, contribuendo quindi alla costruzione di progetti idrici nei villaggi più bisognosi del pianeta. 





WAMI è prima di tutto cambiamento

 

Come è possibile leggere sul sito ufficiale, Wami si propone di trasformare il gesto più semplice della nostra vita quotidiana in qualcosa di straordinario. Bevendo un bicchiere d'acqua minerale è possibile cambiare il mondo. Questo può sembrare ovviamente un'idea folle. Come è possibile che il gesto quotidiano del bere possa incidere in maniera radicale sulla vita del nostro pianeta? Bisogna pensare che molte volte sono le più umili azioni, quelle che da molti possono essere definite misere, che possono cambiare il mondo.  Nel caso di Wami, acquistando una bottiglia di plastica riciclata è possibile contribuire a migliorare l'approvigionamento d'Acqua nei paesi più poveri. 

Ma qual è la missione di Wami e come è possibile raggiungere questi obiettivi? Il tutto ci viene spiegato attraverso una semplice infografica, reperibile sul sito ufficiale del brand italiano. Si inizia con la realizzazione di acquedotti che avranno il compito di prelevare l'Acqua dal sottosuolo. Tramite una fitta rete di tubature, le abitazioni di coloro che hanno deciso di aderire al progetto vengono allacciate all'acquedotto. Ogni rubinetto fornirà più di 1.000.000 di litri d'acqua e per finanziare un singolo rubinetto bastano solamente 10.000 bottiglie Wami. Dunque come affermato dal fondatore l'equazione è semplice: 1 bottiglia = 100 litri donati!


Concludiamo riportando una frase di Giacomo Stefanini.

"Noi crediamo in un mondo in cui tutti abbiano uguale accesso alle risorse, soprattutto all’acqua.
Se anche tu credi che la soluzione sia nei piccoli gesti quotidiani ti basta dimostrarlo con l’acqua che bevi ogni giorno"




STEP #21: Acqua ed Etica, un nuovo paradigma

Il tema dell'Acqua sta divenendo sempre più rilevante per quanto concerne lo sviluppo futuro del pianeta. Una delle maggiori sfide che la comunità internazionale si ritroverà a fronteggiare negli anni a venire sarà certamente legato alla gestione dell'Acqua, a come sarà garantito l'accesso a questo bene di primaria necessità alle generazioni future. Senza acqua non vi è vita. Senza acqua non vi è pacifica convivenza tra popoli

Come affermato da Rosario Lembo, presidente del Comitato Italiano sul Contratto Mondiale sull'Acqua, tale problema è stato finora trascurato. "Sulla base della consapevolezza che il pianeta Terra è composto per 2/3 di acqua, la comunità internazionale ha finora ritenuto di poter considerare l'acqua una risorsa illimitata, inesuaribile". Un tale atteggiamento porterà nel giro di una ventina d'anni ad una rottura del già fragile equilibrio tra uomo e ambiente. È dunque necessario intervenire tempestivamente.

Una carta internazionale per rendere visibili i diritti

 


  
La Terra NON è un rubinetto inesauribile
Un primo passo avanti è stato fatto nel Febbraio 2010 quando è stato presentato al Parlamento Europeo di Bruxelles un documento per la gestione dell'Acqua, un documento basato sulla responsabilità, sulla condivisione e sulla volontà di ogni singolo cittadino del mondo di salvaguardare il pianeta. La Carta della Solidarietà per l'accesso all'Acqua si propone di garantire il diritto a questo bene primario a ogni singolo individuo, di contribuire concretamente alla distibuzione equa di acqua potabile e sicura in ogni angolo del nostro pianeta. L'Acqua non è un bene di primaria necessità. L'Acqua è IL bene di primaria necessità. L'Acqua è un diritto umano, universale e inalienabile



Questo è quanto sancito dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite Risoluzione A/64/L.63/Rev.1, ma tocca a noi uomini fare in modo che tale dichiarazione retorica possa divenire realtà e rimanere tale per molti anni ancora.

Il prototipo della dichiarazione

 

Nella 1° Assemblea dei cittadini ed eletti all'Acqua, tenuta a Bruxelles nel 2009, si leggono i primi principi alla base di quella che sarebbe poi divenuta l'odierna Carta Etica dell'Acqua.
  • Noi non abbiamo nemmeno il diritto di alimentare i fattori che conducono inesorabilmente alle guerre per l’acqua, al solo scopo di perpetuare il nostro potere in termini di ricchezza e di consumo.
  • Al contrario abbiamo il dovere di agire per contribuire allo sviluppo di una società fondata sul diritto alla vita per tutti e sulla partecipazione responsabile di tutti i cittadini al governo dell’ac-qua e al suo utilizzo ragionevole e sostenibile. 
  • Noi siamo fermamente convinti che il pianeta Terra non è uno spazio di risorse da conquistare, né l’oggetto di uno sfruttamento predatore e di un consumo devastante. 

 

Acqua, Etica e Ambiente: è ancora possibile un perfetto connubio? 

 

L'Acqua è per tutti. SENZA DISTINZIONI
Il mondo sta cambiando, ma ne siamo consapevoli? Se sì, perchè non interveniamo? Aspettiamo che qualcuno agisca al posto nostro e intanto continuiamo ad essere le vittime di un pianeta che si sta degradando? Sono queste solo alcune delle domande incisive che ci dovremmo porre per apportare modifiche al destino dell'acqua e quindi per salvare la nostra Madre Terra. Per raggiungere nuovamente il perfetto connubio di cui si parla del titolo è indispensabile promuovere una cultura dell'Acqua. È necessario cominciare a parlare di Etica dell'Acqua. Qualcosa va cambiato e questo qualcosa è il comportamento umano. L'èthos umano (ἔθος) necessita di una revisione. Il carattere o meglio le consuetidini di molti di noi dovrebbero mutare. Bisogna dire basta agli sprechi d'acqua, ma soprattutto bisogna evitare le guerre per tale elemento. Non è concepibile che ancora oggi esistano individui che detengono il potere e quindi il dominio di una sostanza così fondamentale nella vita degli esseri viventi. Coloro che sono alla cima della montagna, attorniati dalla propria ricchezza, dovrebbero riflettere sulle condizioni miserabili in cui gli abitanti a valle sono costretti a vivere a causa del loro comportamento scorretto. 

Riflettiamoci ancora


Vogliamo terminare questo post con uno spunto di riflessione.
Come può l'Acqua, elemento indispensabile per ognuno di noi, divenire elemento di mercificazione da parte dei popoli? Ma soprattutto come è possibile che gli uomini ancora oggi entrino in conflitto per quello che è un bene comune, un bene che dovrebbe essere riconosciuto a tutti senza alcun indugio?

venerdì 29 maggio 2020

L'aforisma del giorno: Margaret Atwood

"L'acqua non oppone resistenza. L'acqua scorre.
Quando immergi una mano nell'acqua senti solo una carezza.
L'acqua non è un muro, non può fermarti.
Va dove vuole andare e niente le si può opporre.
L'acqua è paziente. L'acqua che gocciola consuma una pietra.
Ricordatelo. Ricordati che per una metà tu sei acqua.
Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l'acqua."

Margaret Eleanor Atwood (Ottawa, 18 Novembre 1939)

Il dolce naufragare di Giacomo Leopardi

Una breve introduzione

 

L'Infinito è una delle liriche più famose di Giacomo Leopardi, maggiore poeta e filosofo italiano dell'Ottocento. Un idillio costituito da 15 endecasillabi sciolti in cui la descrizione del paesaggio risulta strettamente legata allo stato d'animo umano. Connotata da un forte intimismo lirico, la lirica si può dividere in due sezioni: una prima dedicata alla raffigurazione del paesaggio di Recanati e una seconda in cui il filosofo si perde nell'infinito.  Attraverso l'uso dell'immaginazione, egli è in grado di valicare quella siepe che esclude, ostacola il suo sguardo. Al di là di essa egli ritrova spazi dalla lunghezza senza limiti, silenzi sovraumani e una quiete profondissima.

15 versi: il racconto di un processo interiore

 

Il secondo manoscritto autografato de "L'Infinito"

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.




L'Acqua ne "L'Infinito" leopardiano

 

Se all'interno dello Zibaldone ritroviamo dei riferimenti diretti all'elemento acquatico, così non accade nella lirica più celebre del poeta recanatese. Sebbene egli faccia uso di termini che alludono a tale concetto, questo non viene mai pronunciato. Tuttavia, inquadrando la lirica del corretto contesto storico e riflettendo sulla condizione psicologica di Leopardi a noi pervenuta attraverso i suo stessi scritti, è possibile riflettere a lungo sul contenuto della stessa. Ai fini della nostra analisi rilevante è l'ultimo verso in cui appaiono vocaboli, quali naufragar e mare. A differenza dell'accezione comune in cui il naufragare è sinonimo di fallimento, nella poesia leopardiana tale verbo si carica di un significato positivo, tanto da essere definito dolce.
Il naufragare del pensiero del poeta nell'immensità, nell'infinito, è tutt'altro che un evento disastroso. Solo con l'utilizzo dell'immaginazione egli è in grado di valicare i limiti impostagli dalla realtà. Egli può finalmente valicare quella siepe e andare oltre quel caro colle solitario che ha sin dalla nascita contraddistinto la sua esistenza. L'utilizzo quindi di termini legati all'Acqua non è casuale. L'Acqua è un qualcosa in continuo mutamento, un elemento che scorre, che non si arresta davanti agli ostacoli. Essa è in grado di superare anche le sfide più ardue, di erodare anche la pietra più dura...

STEP #20: Nello Zibaldone di Leopardi

 
Giacomo Leopardi (Recanati, 1798 - Napoli, 1837)
Lo Zibaldone di pensieri, meglio conosciuto con il solo nome "Zibaldone" è una raccolta sparsa di appunti, riflessioni e aforisma del poeta, filosofo e filologo recanatese Giacomo Leopardi. Un diario personale dalle dimensioni monumentali che lo tenne impegnato per circa quindici anni, dall'eta di diciotto anni fino a pochi anni prima della sua morte. Come si comprende dal titolo presente sulla copertina (Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura), si tratta dunque di un insieme di annotazioni, talvolta dal carattere provvisorio, riguardanti ogni ambito disciplinare. Dalle questioni filologiche e letterarie a quelle filosofiche, sino a pensieri di carattere psicologico e autobiografico.


L'Acqua nello Zibaldone Leopardiano


In tale contesto non poteva dunque mancare qualche riferimento all'elemento cardine dell'universo, la sostanza che consente la vita sul nostro pianeta.

Ripercorrendo il flusso di pensieri di Giacomo Leopardi all'interno dello Zibaldone, ci imbattiamo in alcune apparentemente ingenue riflessioni. Si tratta invece di pensieri dal profondo significato che sembrano richiamare quanto il poeta aveva già espresso all'interno della sua più celebre poesia "L'Infinito" del 1819. Sebbene all'interno di quest'ultima non appaia esplicitamente il termine Acqua, i riferimenti sono particolarmente evidenti. Ma di tale lirica ci occuperemo in un altro post.
Ritornando invece allo Zibaldone, numerose sono le affermazioni degne di note. Eccone una di seguito.

 "Io era oltremodo annoiato della vita, sull’orlo della vasca del mio giardino, e guardando l’acqua e curvandomici sopra con un certo fremito, pensava: s’io mi gittassi qui dentro, immediatamente venuto a galla, mi arrampicherei sopra quest’orlo, e sforzandomi di uscir fuori dopo aver temuto assai di perdere questa vita, ritornato illeso, proverei qualche istante di contento per essermi salvato, e di affetto a questa vita che ora tanto disprezzo, e che allora mi parrebbe più pregevole. La tradizione intorno al salto di Leucade poteva avere per fondamento un’osservazione simile a questa."
Zibaldone di pensieri (pag.1 - 199), (82 - 83)

Se ci gettassimo in uno specchio d'acqua e riuscissimo a venire a galla, forse disprezzeremmo meno la nostra vita. Forse proveremo un'istante di serenità e di appagamento per esserci salvati dall'annegamento. Se un istante prima stavamo per perdere la vita, ora ci ritroviamo illesi sulla terraferma.

Salvarsi dall'innagamento

STEP #19: L'Acqua del Paradiso nell'isola di Bensalem

  
Sir Francis Bacon (Londra, 1561 - Londra, 1626)


Dove si potrebbe collocare il concetto di Acqua nel pensiero utopico se non ne "La Nuova Atlantide" di Francis Bacon? Un'opera pubblicata postuma nel 1627 in cui viene descritta una società felice, basata sulla Ragione e sulla Scienza, un'isola con un qualcosa di sovrannaturale, angelico più che magico. Un luogo in un angolo remoto della Terra abitato da uomini e donne celati e invisibili agli altri come esseri divini. Queste sono alcune delle peculiarità dell'isola di Bensalem, su cui 51 viaggiatori, partiti dal Perù per giungere in Asia, naufragano.




"Fra le altre abbiamo un'acqua che chiamiamo "acqua del Paradiso", poiché, grazie alle operazioni a cui è da noi sottoposta, è assai salutare ed efficace per la conservazione e il prolungamento della vita"
Francesco Bacone, La Nuova Atlantide, pag.25  

Un racconto utopico rimasto incompiuto in cui si esalta il dominio e il progresso della scienza e della tecnica nella società. Un'istituzione intellettuale, il fiore all'occhiello di un'isola immaginaria nell'Oceano Pacifico, in cui vengono svolti esperimenti e si introducono innovazioni. Qui, nella Casa di Salomone o anche detta "Collegio delle Opere dei Sei Giorni" si studiano i fenomeni naturali e le opere di Dio. Qui si producono nuovi medicinali, si elaborano strumenti tecnici all'avanguardia, si depura l'acqua salata per renderla dolce... Un'isola laboratorio, paradiso della Tecnica, in cui si tenta di migliorare la vita di ogni cittadino. 
E proprio in tale contesto viene esaltata la virtù dell'Acqua, il composto chimico in grado di nutrire gli esseri viventi, capace di migliorare e dunque di prolungare la loro esistenza. Non a caso il filosofo inglese si riferisce a tale composto parlando di "Acqua del Paradiso", al fine di indicare e sottolineare le sue proprietà benefiche. L'Acqua è descritta come un qualcosa che detiene un potere innato che permette di alimentare e conservare a lungo le membra umane e quelle di ogni altro essere vivente terrestre o acquatico. 

New Atlantis, La Nuova Atlantide, di Francis Bacon


STEP #18: La Vita che sempre scorre

L'Acqua, da sempre ritenuta elemento chiave del cosmo, ricopre un ruolo fondamentale nel campo filosofico. Dall'Archè di Talete al "Panta rhei" di Eraclito, dall'acqua sublunare di Aristotele sino alla concezione dell'Acqua nella Filosofia Contemporanea. Insomma Acqua e Filosofia, un amore iniziato 26 secoli fa

 
Paul Gerhard Natorp (Düsseldorf, 1854 - Marburgo, 1924)


L'elemento Acqua può essere ravvisato in maniera evidente nel pensiero di Paul Gerhard Natorp, filosofo e pedagogista tedesco cofondatore della Scuola di Marburgo. Insoddisfatto delle filosofie positivistiche e naturalistiche di fine Ottocento, si dedicò alla studio della Filosofia Kantiana, aderendo in tal modo al Neokantismo. Ne "I fondamenti logici delle scienze esatte", opera risalente al 1910, Natorp mostra la sua concezione di intendere il fatto, ossia gli oggetti di cui si occupa la scienza. I fatti sono un qualcosa in eterno divenire, non sono un qualcosa di fisso e definibile determinatamente. L'oggetto del sapere scientifico non è definibile e non può essere descritto così come appare ai nostri sensi. Il fatto racchiude in sè un'essenza inesauribile ed è compito della ricerca indagare su di esso. Questa sarà una ricerca infinita, in quanto l'oggetto non è un dato preesistente all'indagine, ma un qualcosa in continuo mutamento. 





"[…] 'comprendere' non significherà giungere col pensiero a un punto fermo, ma al contrario, togliere nuovamente nel movimento quell'apparente punto fermo. 'Mi si è fermato il cervello', recita il linguaggio popolare per dire che non si capisce nulla; anch'esso ha dunque coscienza del fatto che l'intelletto è movimento, che l'immobilità equivale al non comprendere […] il 'fatto' della scienza deve essere inteso solo come 'fieri'. Quel che importa è ciò che si va facendo, non ciò che si è fatto. Il 'fieri' solo è il fatto; tutto l'essere che la scienza cerca di 'stabilire' deve risolversi di nuovo nel flusso del divenire. E di questo divenire, ma soltanto di esso, si può dire che è".
Factum e fiĕri nella Filosofia di Paul Gerhard Natorp

Necessario è sottilineare il termine fieri. Come riportata dal dizionario Treccani, con tale vocabolo si intende una sostantivazione del verbo latino fiĕri, ossia l'essere fatti, il diventare. Si tratta di un qualcosa che è in via di produzione o di ideazione o che deve ancora farsi. Il factum è un qualcosa che si modifica continuamente, un continuo movimento esattamente come un corso d'acqua. Secondo Paul Natorp la coscienza è un flusso, è la vita che sempre scorre.  

L'influenza di Natorp sul pensiero di Husserl

Edmund Gustav Albrecht Husserl (Prostějov, 1859 - Friburgo in Brisgovia, 1938)
Il pensiero del filosofo neokantiano riguardo il flusso, la corrente di coscienza esercitò una significativa influenza sulla dottrina fenomenologica di Edmund Gustav Albrecht Husserl. Sulla linea del filosofo francese Henri-Louis Bergson, il filosofo austriaco, naturalizzato tedesco, descrivi l'analisi del tempo come "il più difficile problema fenomenologico". Che cos'è il tempo? Dobbiamo distinguere tra il "tempo degli orologi" e il "tempo della coscienza"?  
L'analisi husserliana parte da tre concetti cardine:
  • Unzeitlichkeit, l'atemporalità;
  • Überzeitlichkeit, la sopra-temporalità;
  • Vorzeitlichkeit, la pre-temporalità.  
Come si legge nell'opera "Vorlesungen zur Phänomenologie des inneren Zeitbewusstseins", infiniti sono i campi temporali che si estendono nel passato, nel presente e nel futuro. Il flusso di coscienza è inteso da Husserl come un continuo, un qualcosa in eterno divenire. Il tempo non è un oggetto passivo, ma un fatto unico, lineare, infinito e irreversibile

domenica 24 maggio 2020

Nascente dalle acque: la Venere Anadiomene

La Venere Anadiomene (in greco antico Ἀφροδίτη Ἀναδυομένη, cioè "nascente dalle acque, dal mare") è forse uno dei soggetti più famosi e iconografici della Storia dell'Arte. Oltre a La nascita di Venere di Sandro Botticelli, numerosi sono stati i pittori che si sono dedicati a raffigurare la dea nascente dalle acque. Fra tutti coloro che si impegnarono a rappresentare il nudo ideale femminile ricordiamo Jean-Auguste-Dominique Ingres e Tiziano Vecellio.

Il pittore francese, massimo esponente della pittura neoclassica, raffigura la Venere in piedi con le braccia alzate mentre afferra i capelli ancora gocciolanti. Sul dipinto stesso sono riportate le date della prima stesura e della definitiva realizzazione del dipinto. Un arco di quaranta anni che va dal 1808 al 1848. L'opera d'arte è oggi conservata presso il Musée Condé nel Castello di Chantilly a nord di Parigi.

Venere Anadiomene, Jean Auguste Dominique Ingres, olio su tela, 163 x 92 cm

Dopo questa breve descrizione passiamo invece alla Venere del pittore della scuola veneziana.
Nel dipinto di Tiziano, risalente al 1520, è raffigurata la donna mentre esce dall'acqua, con le gambe ancora immerse fin sopra la coscia. La Venere, intenta a districare i propri capelli, è leggermente piegata in avanti. Una minima torsione del busto tipica della statuaria classica. È completamente nuda, al fine di mostrare all'osservatore la sua bellezza senza alcun filtro. Importante è la conchiglia di capasanta che galleggia sulla superficie marina, l'elemento che rimanda alla nascita di Venere. Ella sarebbe nata da una conchiglia, la quale dopo una lunga navigazione si sarebbe arenata sulle rive del mare di Cipro.

Venere Anadiomene, Tiziano Vecellio, olio su tela, 73.6 x 58.4 cm, National Gallery of Scotland

 

Il particolare della conchiglia nella Storia dell'Arte


venerdì 22 maggio 2020

La fecondità delle acque

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

 La nascita di Venere, Sandro Botticelli, 1485, Gallerie degli Uffizi

14 versi per celebrare la patria natale o meglio la patria ideale di Niccolò Foscolo, il poeta e scrittore italiano nato a Zante nel 1778. Un sonetto in cui il poeta, identificandosi con la figura di Ulisse, piange la sua agognata terra e profetizza per sè stesso un esilio perpetuo.

È proprio all'interno di tale componimento poetico che emerge la figura dell'Acqua, la sostanza che ha assistito alla nascita di Venere e che ha reso feconde le sponde della città di Zacinto, l'odierna Zante. Esattamente come quest'ultima, anche l'Acqua si carica di sacralità. Nelle acque della Grecia, terra della poesia e della mitologia, nacque Venere, la dea romana della bellezza e dell'Eros. La donna pura, semplice e dall'eterna bellezza disadorna dell'anima che emerge dalle acque. 
Sorge dunque spontaneo chiedersi: 
"Perchè la dea romana nasce proprio delle acque marine e non ad esempio dalla Terra?"
"Perchè Foscolo parla delle rive feconde di Zacinto?"
Dare una risposta breve è impossibile poichè numerosi sarebbero gli aspetti da considerare. Ciò che tuttavia possiamo affermare con sicurezza è che l'Acqua dona la vita ad ogni singolo essere vivente. L'Acqua è dunque simbolo di fertilità e fecondità.

Sitografia:

lunedì 18 maggio 2020

Hermann Hesse e il Siddharta

Hermann Hesse (Calw, 1877 - Montagnola, 1962)
"Serenamente contemplava la corrente del fiume; mai un’acqua gli era tanto piaciuta come questa, mai aveva sentito così forti e così belli la voce e il significato dell’acqua che passa. Gli pareva che il fiume avesse qualcosa di speciale da dirgli, qualcosa ch’egli non sapeva ancora, qualcosa che aspettava proprio lui."

domenica 17 maggio 2020

L'acrostico dell'Acqua

Immagine realizzata mediante Adobe Spark Post

STEP #17: L'abecedario dell'Acqua

L'ABC relativo all'Acqua

25 parole per mettere in luce le proprietà di questa preziosa risorsa

Per l'oro blu si uccide

IL MONDO DEVE AFFRONTARE LA GRANDE SFIDA DI GARANTIRE UN ACCESSO EQUO ALLE RISORSE IDRICHE. L'ACQUA, FONTE DI GUERRE DI ACCAPARRAMENTO, DIVENTERÁ L'ORO NERO DI DOMANI.


Ogni anno evaporano dagli oceani e riprecipitano in superificie circa 40.000 chilometri cubi di acqua, una quantità teoricamente sufficiente a sostenere una popolazione mondiale pari ad almeno cinque volte quella attuale. Sebbene l'Acqua ricopra più del 70% della superficie terrestre, la maggior parte di essa si trova immobilizzata nelle calotte polari e nei ghiacciai e le poche acque dolci presenti risultano difficili da raggiungere e non equamente distribuite. 

   
Distribuzione dell'acqua sul pianeta
Come si può concepire dal grafico, tratto dal libro del 1993 "Water in Crisis: A Guide to the World's Fresh Water Resources", solo il 2.5% dell'acqua totale presente sul pianeta è acqua dolce. Più del 96% è acqua salata, dunque non utilizzabile per l'approvigionamento della popolazione. Di questo 2.5 solamente l'1.2% rappresenta acqua superficiale. Il restante è intrappolata nelle calotte polari oppure scorre nella profondità del pianeta. Osservando poi la barra più a destra si comprende come solo lo 0.49% sia acqua effettivamente utilizzabile dall'uomo. Si tratta dell'acqua dei fiumi, dei laghi e delle falde freatiche. Percentuali che devono portarci a riflettere sull'importanza dell'Acqua in quanto tale.


L'evidente aumento demografico, associato alla scarsità d'acqua, alimenta forti conflittualità all'interno dei confini nazionali, sfociando talvolta in vere e proprie guerre tra paesi adiacenti. Sebbene l'acqua non spetti necessariamente al paese che accoglie i laghi, i fiumi e ogni genere di bacino idrico, accade spesso che le nazioni che si trovano a monte sfruttino le risorse idriche a danno di quelle che si trovano a valle. In molte regioni aride l'attività agricola si basa su uno sfruttamento intensivo delle risorse sotterranee, alcuni fiumi sono divenuti target militare del terrorismo... Due esempi che fanno facilmente comprendere come l'acqua divenga una risorsa sempre più preziosa, vista la sua scarsità.

Ma ritenere una risorsa preziosa non dovrebbe prescindere dalla sua quantità presente sul pianeta. Sapere che un determinato elemento abbonda in Natura non significa poterlo utilizzare in maniera inconsapevole. Non bisogna abusare di ciò che si ha in abbondanza, in quanto un tale comportamento porterà negli anni o nei secoli successivi alla scarsità. L'Acqua è preziosa in quanto fonte di vita per ogni singolo organismo vivente e non perchè la sua presenza diminuisce giorno dopo giorno. 

Un quarto della popolazione mondiale rischia di rimanere senza acqua

Crisi idrica mondiale: l'acqua scarseggia giorno dopo giorno

L'acqua non è illimitata

giovedì 14 maggio 2020

STEP #16: Eraclito, come un fiume che scorre

Panta rhei, il manifesto della filosofia del divenire

  

Quanti di noi non hanno mai sentito pronunciare il celebre aforisma "tutto scorre"? Una nota proposizione con cui gli eraclitei esprimevano l'eterno divenire della realtà, paragonandola ad un fiume apparentemente identico, ma che in effetti si rinnovava e si trasformava continuamente. Secondo tale concezione filosofica, nessun uomo ha la possibilità di tuffarsi due volte nello stesso fiume poichè l'essere stesso dell'individuo è mutato e le acque del fiume non sono più le stesse dell'istante precedente.
"Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va"
Il pensiero di Eraclito, frammento 91, Hermann Diels e Walther Kranz 
Eraclito, olio su tela, Hendrick ter Brugghen, 1628





Ad estremizzare il concetto del flusso incessante che regola la realtà fu però Cratilo, discepolo di Eraclito. Secondo il filosofo ateniese non sarebbe nemmeno possibile attribuire dei nomi alle cose poichè queste si modificano continuamente. E non sarebbe neppure corretto affermare che un uomo possa immergersi una sola volta nello stesso fiume: l'acqua che bagna il tallone non è la stessa che ha bagnato la punta del piede.

Sitografia: