"I fiumi", celebre poesia contenuta nella raccolta "L'Allegria" del 1931, viene definita la "carta di identità" di Giuseppe Ungaretti. Di immenso impatto è la prima strofa, nella quale il poeta alessandrino descrive un paesaggio deserto, arido, mutilato dalla guerra. Un circo privo di spettatori.
Giuseppe Ungaretti, assimilatosi ad un unico superstite nel Primo Conflitto Mondiale, si distende nelle acque dell'Isonzo e si lascia levigare come un sasso dalle acque del fiume. In questa identificazione panica con la Natura, l'Acqua assume un ruolo di purificatrice. Il corpo depurato del poeta in contrasto con i vestiti "sudici di guerra", l'elemento puro per eccellenza in contrasto con il sangue versato in periodo di guerra.
"Stamani mi sono disteso / In un'urna d'acqua / E come una reliquia / Ho riposato"
Scritto originale de "I fiumi", 16 Agosto 1916 |
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