venerdì 22 maggio 2020

La fecondità delle acque

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

 La nascita di Venere, Sandro Botticelli, 1485, Gallerie degli Uffizi

14 versi per celebrare la patria natale o meglio la patria ideale di Niccolò Foscolo, il poeta e scrittore italiano nato a Zante nel 1778. Un sonetto in cui il poeta, identificandosi con la figura di Ulisse, piange la sua agognata terra e profetizza per sè stesso un esilio perpetuo.

È proprio all'interno di tale componimento poetico che emerge la figura dell'Acqua, la sostanza che ha assistito alla nascita di Venere e che ha reso feconde le sponde della città di Zacinto, l'odierna Zante. Esattamente come quest'ultima, anche l'Acqua si carica di sacralità. Nelle acque della Grecia, terra della poesia e della mitologia, nacque Venere, la dea romana della bellezza e dell'Eros. La donna pura, semplice e dall'eterna bellezza disadorna dell'anima che emerge dalle acque. 
Sorge dunque spontaneo chiedersi: 
"Perchè la dea romana nasce proprio delle acque marine e non ad esempio dalla Terra?"
"Perchè Foscolo parla delle rive feconde di Zacinto?"
Dare una risposta breve è impossibile poichè numerosi sarebbero gli aspetti da considerare. Ciò che tuttavia possiamo affermare con sicurezza è che l'Acqua dona la vita ad ogni singolo essere vivente. L'Acqua è dunque simbolo di fertilità e fecondità.

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