La
Venere Anadiomene (in greco antico
Ἀφροδίτη Ἀναδυομένη, cioè "nascente dalle acque, dal mare") è forse uno dei soggetti più famosi e iconografici della Storia dell'Arte. Oltre a
La nascita di Venere di Sandro Botticelli, numerosi sono stati i pittori che si sono dedicati a raffigurare la dea nascente dalle acque. Fra tutti coloro che si impegnarono a rappresentare il nudo ideale femminile ricordiamo
Jean-Auguste-Dominique Ingres e
Tiziano Vecellio.
Il pittore francese, massimo esponente della pittura neoclassica, raffigura la Venere in piedi con le braccia alzate mentre afferra i capelli ancora gocciolanti. Sul dipinto stesso sono riportate le date della prima stesura e della definitiva realizzazione del dipinto. Un arco di quaranta anni che va dal 1808 al 1848. L'opera d'arte è oggi conservata presso il
Musée Condé nel
Castello di Chantilly a nord di Parigi.
Dopo questa breve descrizione passiamo invece alla Venere del pittore della
scuola veneziana.
Nel dipinto di
Tiziano, risalente al 1520, è raffigurata la donna mentre esce dall'acqua, con le gambe ancora immerse fin sopra la coscia. La Venere, intenta a districare i propri capelli, è leggermente piegata in avanti. Una minima torsione del busto tipica della statuaria classica. È completamente nuda, al fine di mostrare all'osservatore la sua bellezza senza alcun filtro. Importante è la
conchiglia di capasanta che galleggia sulla superficie marina, l'elemento che rimanda alla nascita di Venere. Ella sarebbe nata da una conchiglia, la quale dopo una lunga navigazione si sarebbe arenata sulle rive del mare di
Cipro.
Il particolare della conchiglia nella Storia dell'Arte
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