giovedì 28 maggio 2020

STEP #20: Nello Zibaldone di Leopardi

 
Giacomo Leopardi (Recanati, 1798 - Napoli, 1837)
Lo Zibaldone di pensieri, meglio conosciuto con il solo nome "Zibaldone" è una raccolta sparsa di appunti, riflessioni e aforisma del poeta, filosofo e filologo recanatese Giacomo Leopardi. Un diario personale dalle dimensioni monumentali che lo tenne impegnato per circa quindici anni, dall'eta di diciotto anni fino a pochi anni prima della sua morte. Come si comprende dal titolo presente sulla copertina (Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura), si tratta dunque di un insieme di annotazioni, talvolta dal carattere provvisorio, riguardanti ogni ambito disciplinare. Dalle questioni filologiche e letterarie a quelle filosofiche, sino a pensieri di carattere psicologico e autobiografico.


L'Acqua nello Zibaldone Leopardiano


In tale contesto non poteva dunque mancare qualche riferimento all'elemento cardine dell'universo, la sostanza che consente la vita sul nostro pianeta.

Ripercorrendo il flusso di pensieri di Giacomo Leopardi all'interno dello Zibaldone, ci imbattiamo in alcune apparentemente ingenue riflessioni. Si tratta invece di pensieri dal profondo significato che sembrano richiamare quanto il poeta aveva già espresso all'interno della sua più celebre poesia "L'Infinito" del 1819. Sebbene all'interno di quest'ultima non appaia esplicitamente il termine Acqua, i riferimenti sono particolarmente evidenti. Ma di tale lirica ci occuperemo in un altro post.
Ritornando invece allo Zibaldone, numerose sono le affermazioni degne di note. Eccone una di seguito.

 "Io era oltremodo annoiato della vita, sull’orlo della vasca del mio giardino, e guardando l’acqua e curvandomici sopra con un certo fremito, pensava: s’io mi gittassi qui dentro, immediatamente venuto a galla, mi arrampicherei sopra quest’orlo, e sforzandomi di uscir fuori dopo aver temuto assai di perdere questa vita, ritornato illeso, proverei qualche istante di contento per essermi salvato, e di affetto a questa vita che ora tanto disprezzo, e che allora mi parrebbe più pregevole. La tradizione intorno al salto di Leucade poteva avere per fondamento un’osservazione simile a questa."
Zibaldone di pensieri (pag.1 - 199), (82 - 83)

Se ci gettassimo in uno specchio d'acqua e riuscissimo a venire a galla, forse disprezzeremmo meno la nostra vita. Forse proveremo un'istante di serenità e di appagamento per esserci salvati dall'annegamento. Se un istante prima stavamo per perdere la vita, ora ci ritroviamo illesi sulla terraferma.

Salvarsi dall'innagamento

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