"Di lui è il mare ed egli lo ha creato e le sue mani hanno fissato la terra. Ma coloro, i quali ammettono che col termine di acque poste sopra i cieli si devono intendere gli angeli, sono indotti a questa teoria dalla legge dei pesi degli elementi e non riescono a capacitarsi che sia stato possibile collocare la natura fluida e pesante delle acque nelle parti più alte del mondo"
La Città di Dio, Sant'Agostino, 426 d.C. |
L'Acqua nell'età moderna
Il Bonheur lacustre e il Malheur oceanico
Il concetto di Acqua nella Filosofia Moderna è approfondito in maniera significativa dal filosofo, scrittore e musicista svizzero Jean Jacques Rousseau. L'opera del filosofo calvinista è infatti attraversata da un'evidente predilezione per l'elemento acquatico, ravvisabile già nel XII libro de "Le confessioni". In tale contesto l'Acqua viene descritta come elemento affascinante che non si può definire.
«Ho sempre amato l’acqua con passione, e mi basta vederla per immergermi in una fantasticheria deliziosa»
Jean-Jacques Rousseau (Ginevra, 1712 - Ermenonville, 1778) |
Senza
analizzare la frase da un punto di vista psicologico, è facile
comprendere l'effetto e la forte evidenza simbolica che particolari
paesaggi possono assumere. Un paesaggio può alimentare un sentimento
nostalgico, produrre forti emozioni dell'animo del singolo individuo.
Tuttavia, come afferma Rosseau nulla è paragonabile al distendersi su
una barca, al lasciarsi cullare dalle onde di un fiume e al rivolgere
gli occhi al cielo e alla trasparente e limpida distesa d'acqua che ci
circondano.
Una preferenza tale da non potere semplicemente derivare dalle vicissitudini personali di Rousseau.
Già nel 1747, ben trentacinque anni prima dalla pubblicazione delle Confessioni, il filosofo svizzero aveva iniziato la sua analisi sull'Acqua. All'interno de "Les Institutions chimiques" , un monumentale scritto giovanile molto trascurato dalla critica, egli aveva messo in luce la natura bivalente di tale composto chimico.
Una sostanza difficile da indagare, la più importante per la sopravvivenza delle "vere macchine idrauliche", ossia gli uomini, caratterizzata dalla trasparenza.
Ma per quale motivazione Jean-Jacques Rousseau mette l'accento su tale caratteristica?
Si tratta di una peculiarità in cui convergono e si armonizzano le istanze scientifiche ed etiche: la trasparenza è infatti causata dalla fluidità di tutti quegli elementi contraddisti da un'unione immediata. Da queste poche considerazioni si comprende dunque il ruolo da protagonista dell'elemento acquatico nella vita rousseauiana, ma non solo. La vista del paesaggio ginevrino , i suoi laghi in cui rifugiarsi dall'odissea quotidiana sono solo alcune scene che permettono all'uomo di trovare un porto sicuro dalle tempeste che ogni giorno si ritrova ad affrontare.
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